Impatti finanziari del rischio da cambiamenti climatici

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Si chiama European Extreme Events Climate Index (E3CI), è un innovativo servizio operativo per la valutazione e la gestione del pericolo associato ad eventi atmosferici. Realizzato da The International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development (iFAB) in collaborazione con CMCC e Leithà, E3CI può potenzialmente rivoluzionare il modo in cui le compagnie assicurative e i mercati finanziari valutano il rischio connesso ad eventi atmosferici estremi in Europa. Un deciso passo avanti nell’applicazione di conoscenza scientifica avanzata ai sistemi socio-economici.

L’aumento in frequenza degli eventi meteorologici estremi mette inevitabilmente sempre più a rischio la vita e le risorse degli individui. Solo tra il 1998 e il 2017, i Paesi colpiti da simili eventi hanno registrato perdite economiche dirette per un valore di 2.908 miliardi di dollari, di cui 2.245 miliardi di dollari sono stati causati da disastri legati ad eventi atmosferici.

Per salvaguardare i mezzi di sostentamento e fornire supporto alle imprese, sia gli assicuratori che gli assicurati hanno bisogno di accedere a dati e informazioni affidabili sul clima che cambia. A questo scopo, l’International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development (IFAB), la Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) e Leithà hanno riunito le forze per creare un indice relativo alle condizioni meteorologiche estreme capace di apportare un profondo cambiamento al mondo delle assicurazioni.

“E3CI è un ottimo esempio di trasferimento tecnologico efficace e una grande dimostrazione di collaborazione intersettoriale, marchio della missione di IFAB”, commenta il Dr. Avesani, Chief Innovation Officer di Unipol e CEO di Leithà.

Un potenziale punto di svolta

Mentre i cambiamenti climatici continuano a generare impatti finanziari, individui e imprese continueranno a richiedere polizze assicurative su misura per questo tipo di responsabilità. La pubblicazione di un database che mappa gli eventi meteorologici estremi verificatisi in passato può fornire criteri oggettivi con cui analizzare l’esposizione delle attività al rischio. Questo consentirà una copertura assicurativa più efficace, portando vantaggi sia ai consumatori che alle stesse compagnie assicurative.

“Quando le compagnie assicurative coprono gli assicurati con una polizza, si assumono un rischio che poi devono loro stesse coprire”, spiega Avesani. Tradizionalmente, ciò viene fatto dalle compagnie stesse acquistando polizze di riassicurazione da terzi in modo da limitare la propria esposizione complessiva. Tuttavia, questo non è un mercato liquido e trasparente, ma un mercato basato su transazioni bilaterali private. L’E3CI può aiutare a cambiare questa situazione generando indici che consentono lo sviluppo di attività che potrebbero poi essere negoziate sui mercati finanziari.

“Il vero potenziale dell’E3CI è che può cambiare il modo in cui operano i mercati finanziari e assicurativi, fornendo indici che permettono di misurare con maggiore precisione i rischi legati alle condizioni meteorologiche. Il vantaggio consiste nel fatto che è che, rimanendo all’interno di un mercato finanziario, le passività si possono rendere negoziabili e quindi si possono aumentare la trasparenza e la concorrenza, con vantaggi sia per gli assicuratori che per gli assicurati”, sottolinea Avesani.

“La pubblicazione dell’E3CI è un primo piccolo passo verso la commerciabilità sui mercati finanziari delle passività legate alle condizioni meteorologiche. Rappresenta uno degli elementi costitutivi di un mercato tutto innovativo, poiché gestito attraverso transazioni bilaterali”, conclude.

Cos’è E3CI

“E3CI definisce un indice sintetico che fornisce informazioni sulle aree colpite da diversi tipi di pericoli indotti da eventi atmosferici estremi e sulla loro severità “, spiega Guido Rianna, ricercatore del CMCC.

Da un punto di vista metodologico, E3CI si basa sul nordamericano Actuaries Climate Index (ACI), e affronta cinque impatti principali: stress da freddo e caldo, siccità, forti precipitazioni e venti intensi. Tali indicatori vengono identificati e calcolati mensilmente in modo da generare informazioni sull’insorgenza e sulla gravità dei rischi legati al clima. “L’indice fornisce un indicatore oggettivo della frequenza degli eventi meteorologici estremi che può rivelarsi strumentale nella valutazione e mitigazione delle conseguenze finanziarie dei rischi, oltre che nella sintesi e nella presentazione di dati complessi”, spiega la scienziata del CMCC Paola Mercogliano.

I dati, infatti, saranno resi disponibili gratuitamente in due diversi formati: in primo luogo, in un formato visivo, una dashboard online ospitata sul sito IFAB che contiene mappe e grafici sintetici; in secondo luogo, per gli utenti esperti, sarà possibile scaricare anche dati grezzi per aree o mesi.

Si tratta di una prima importante evoluzione nell’applicazione di ricerca avanzata, compresa l’ingente raccolta dati che è stata indispensabile per sviluppare l’indice, ad ambiti molto concreti dei sistemi socio-economici.

Ricerca scientifica mirata

Vogliamo promuovere progetti di ricerca che abbiano un grande impatto sul mondo reale. Non vogliamo fermarci alla ricerca in sé, vogliamo assicurarci che diventi ricerca applicata. L’E3CI ne è un perfetto esempio: porterà vantaggi sia agli assicuratori che agli assicurati, che potranno accedere a prezzi più trasparenti”, spiega Avesani. Il mandato di IFAB è quello di promuovere la cooperazione tra i settori pubblico e privato nel campo delle tecnologie innovative. Per questo la Fondazione ha deciso di finanziare il progetto E3CI, con l’intento di garantire che la ricerca trovi applicazioni nel mondo economico e imprenditoriale e produca benefici tangibili.

Il 21 gennaio l’E3CI sarà presentato in live streaming (clicca qui per registrarti), in quello che è il primo e significativo passo della sua applicazione nel mondo reale. “Ora è il momento di mettersi al lavoro per perfezionare, amplificare l’applicazione dell’indice e connetterla ai diversi tipi di esposizione al pericolo. Abbiamo messo in campo E3CI, lo abbiamo portato nel mondo reale, ora vediamo dove va”, conclude Avesani.

 

Articolo tradotto dal magazine del CMCC Foresight. Originale in lingua inglese: The Financial Impacts of Climate Risk)

 

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