Come è possibile che una regione caratterizzata da un bassissimo livello di consapevolezza sui cambiamenti climatici abbia fatto registrare, negli ultimi vent’anni, una radicale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra? I paesi dell’area geografica che va dall’Europa dell’Est fino alla Russia e all’Asia Centrale, hanno ridotto le emissioni del 28% dal 1990 e sono al centro di uno studio realizzato da EBRD in collaborazione con il Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment intitolato ‘The Low Carbon Transition’. Si tratta di un rapporto speciale sulle politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici in quell’area che mira ad osservare la caratteristiche che hanno portato alla riduzione delle emissioni raggiunte finora e ad analizzare i passi necessari a compiere la transizione verso una società a basso contenuto di carbonio.
Il Capitolo 2 dello studio è dedicato agli impatti economici delle politiche di mitigazione e si basa su uno studio elaborato da Massimo Tavoni ed Emanuele Massetti del Cmcc utilizzando il modello Witch.
In particolare, il capitolo analizza le sfide per il processo di decarbonizzazione all’interno della regione in cui si distinguono paesi produttori di carburanti fossili e sistemi economici ad elevata intensità di carbonio.
Sebbene i processi di mitigazione potrebbero essere, si legge nel Capitolo 2, particolarmente costosi per i paesi esportatori di energia, questi stessi paesi hanno grande interesse nell’avviare queste politiche di mitigazione che consentirebbero loro di adattare i sistemi produttivi e le esportazioni alla futura diminuzione della domanda di carburanti fossili e quindi di mantenere livelli di competitività in uno scenario diverso da quello che vivono oggi. Anzi: più presto si inizia a mettere in piedi queste politiche, più bassi saranno i costi della mitigazione.
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