Mysea: la ricerca CMCC per la protezione delle tartarughe marine

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Un progetto con l’Area marina protetta di Torre Guaceto per creare un “Osservatorio marino della Puglia” per la protezione delle tartarughe Caretta caretta. Sensori all’avanguardia, previsioni operative per il mar Mediterraneo, e una web app dedicata in grado di tracciare la rotta delle tartarughe e trasmettere importanti informazioni per monitorare l’impatto dei cambiamenti climatici sugli habitat e le abitudini delle tartarughe marine, per capire come proteggerle al meglio.

La tartaruga Caretta caretta è una frequentatrice abituale dei nostri mari, ma sono tanti i pericoli che la minacciano e che mettono a rischio la sua sopravvivenza: l’impatto crescente della pesca, le morti dovute a catture accidentali, la perdita di habitat, l’inquinamento da plastiche in mare e altre attività umane poco sostenibili. Inoltre, molte delle spiagge di nidificazione delle tartarughe sono adesso fortemente minacciate dallo sviluppo del turismo di massa. Oltre a informare e sensibilizzare le comunità locali e i pescatori, per proteggere la biodiversità dei nostri mari dobbiamo conoscere meglio questi animali, le aree che frequentano abitualmente e in cui sostano più spesso, identificare e proteggere i siti di deposizione delle uova, l’entità e le dinamiche dei loro spostamenti stagionali.

Il progetto MYSEA, coordinato e finanziato dal Consorzio di Gestione Torre Guaceto, di cui la Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici è partner, ha fra i suoi obiettivi quello di creare un “Osservatorio marino della Puglia” per la protezione delle tartarughe Caretta caretta.
Nell’ambito del progetto, alcune delle tartarughe Caretta caretta curate presso il centro di recupero tartarughe dell’Area marina protetta di Torre Guaceto, sono state liberate dopo essere state munite di un trasmettitore satellitare posizionato sul carapace, in grado di fornire la rotta dei loro spostamenti, e una serie di dati osservativi, molto difficili da ottenere altrimenti, per un gran numero di variabili ambientali che serviranno ai ricercatori CMCC per monitorare l’impatto dei cambiamenti climatici sugli habitat e le abitudini delle tartarughe marine, e per mappare le aree potenzialmente idonee alla presenza della specie ai fini di una maggiore tutela.

 

Figura 1: tartaruga Caretta caretta munita di trasmettitore satellitare pronta per essere liberata in mare 

 

La Fondazione CMCC con i ricercatori della Divisione scientifica Ocean Predictions and Applications (OPA) si occuperà in particolare di fornire le previsioni per il Mar Mediterraneo, per capire eventualmente da quali parametri ambientali siano più influenzate le tartarughe nei loro spostamenti, e della raccolta e dell’analisi dei dati inviati dai sensori delle tartarughe.
Il CMCC è inoltre responsabile dello sviluppo e della gestione del portale mysea.it , una web app visibile anche dal cellulare. “Il portale mysea.it da noi ideato”, spiega Rita Lecci, oceanografa della Fondazione CMCC e Service Manager per i centri di monitoraggio e previsione del Mediterraneo e del Mar Nero del servizio marino europeo di Copernicus (CMEMS), “ci permette di seguire nel tempo le tartarughe liberate, e di visualizzare la loro posizione attuale (ogni tartaruga è individuata sulla mappa da un tragitto di diverso colore). Le tartarughe sono state rilasciate in tempi differenti per tracciare i loro spostamenti stagionali e cercare di capire cosa influenzi maggiormente i loro movimenti (se siano maggiormente influenzati cioè da parametri ambientali – come temperatura, correnti, onde – o dalla disponibilità del cibo – plancton – di cui si nutrono questi animali). Lo ‘sfondo’ della mappa è dato dalle previsioni per il Mar Mediterraneo fornite dal sistema di previsione del CMCC sviluppato per CMEMS, in particolare dalle previsioni orarie di temperatura, salinità, livello del mare e mixed layer, ovvero lo strato rimescolato, per i prossimi 5 giorni.”

 

Figura 2: la rotta dell’ultima tartaruga liberata (identificata da ID: 202782) visualizzata sul portale mysea.it; la tartaruga era stata soccorsa e quindi liberata l’11 gennaio 2021 dalla spiaggia di Torre Chianca (LE).

A partire dall’estate 2020, finora sono state liberate 5 tartarughe: l’ultima liberazione risale a quest’inverno, quando è stata liberata una Caretta caretta dalla spiaggia di Torre Chianca (Le) (la tartaruga identificata sulla piattaforma mysea.it con ID 202782, e itinerario in blu, ndr).

Ponendo il cursore sull’iconcina della tartaruga si possono visualizzare alcune informazioni rilevate grazie ai sensori, quali ID identificativo della tartaruga, l’orario dell’ultimo rilevamento, la latitudine la longitudine, e la profondità a cui si trova la tartaruga, la temperatura dell’acqua. Oltre alla propria posizione quindi, la tartaruga trasmette ai ricercatori CMCC tutta una serie di parametri ambientali che in un ulteriore sviluppo del portale si cercherà di rendere visualizzabili sulla mappa.
“Uno degli obiettivi del progetto”, conclude Rita Lecci, “è capire perché le tartarughe stiano seguendo dei percorsi diversi: c’è una tartaruga che dopo il rilascio è rimasta in vicinanza delle coste pugliesi, un’altra che si è spinta fino in Grecia, un’altra ancora che ha sostato per molti mesi fra le isolette croate vicine a Zadar, in una zona nota agli esperti per essere regolarmente frequentata dalle tartarughe, etc. Sappiamo che le tartarughe Caretta caretta prediligono sostare in acque non molto fredde e ricche di nutrienti – di plancton in particolare- che sono in grado di contrastare le correnti, ma che talvolta si lasciano anche trascinare…Mettendo insieme tutte queste informazioni, cerchiamo di capire qual è il motivo prevalente che le ha spinte in una determinata direzione. Nei prossimi mesi i dati recuperati grazie ai sensori delle tartarughe saranno analizzati nel dettaglio, alla ricerca di nuove informazioni utili alla protezione di questi animali.”

Per maggiori informazioni, visita la pagina del progetto Mysea

Segui gli spostamenti delle tartarughe sul portale mysea.it

Photo credits: Laura Caciagli, Rita Lecci

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