La migrazione rappresenta un’importante strategia per far fronte agli impatti degli shock climatici. Diversi fattori, tra cui l’esistenza di network di precedenti migranti, possono supportare questo meccanismo di adattamento. Un nuovo articolo su Nature Climate Change della ricercatrice CMCC Cristina Cattaneo spiega come.

Spostarsi all’interno dei confini nazionali o all’estero è un’importante strategia di adattamento per far fronte agli impatti dei cambiamenti climatici, che possono essere legati a shock climatici come gli eventi meteorologici estremi. Ma migrare non sempre è possibile, soprattutto per i suoi costi economici e psicologici.

Sulla base della letteratura disponibile sull’argomento, l’articolo “Migrant networks and adaptation” della ricercatrice CMCC Cristina Cattaneo, recentemente pubblicato su Nature Climate Change, evidenzia come l’esistenza di network di precedenti migranti favorisca la possibilità di migrare come meccanismo di adattamento ai cambiamenti climatici.

“La ricerca dimostra che una rete di migranti esistente nel paese di destinazione aumenta la possibilità di lasciare una comunità dopo un evento meteorologico estremo” afferma Cattaneo, che dirige l’Unità sulle Migrazioni Climatiche presso lo European Institute on Economics and the Environment, iniziativa congiunta di Resources for the Future e Fondazione CMCC. Ma nell’articolo afferma anche che, quando la dimensione di tale network è ridotta, la possibilità di usare la migrazione come risposta di fronte ad uno shock climatico delle stesse dimensioni è minore.

Aggiunge Cattaneo: “È importante la realizzazione di nuovi studi in questo campo, per comprendere dove i più vulnerabili potrebbero rimanere intrappolati nella loro posizione geografica a seguito di shock climatici, incapaci di migrare”.

Per approfondire, leggi l’articolo su Nature Climate Change:

Cattaneo C., Reti migratorie e adattamento, Nature Climate Change, VOL 9, dicembre 2019, 907-910, https://doi.org/10.1038/s41558-019-0646-y

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