Progetto Mediterranea: navigando verso lo stretto dei Dardanelli

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Pubblichiamo l’articolo di Giuliana Rogano, velista di Mediterranea, l’imbarcazione che navigherà nel bacino del Mediterraneo per i prossimi 5 anni svolgendo l’omonimo progetto scientifico e culturale.
Progetto Mediterranea collabora con il CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e i suoi partner LINKS S.p.A. e CNR – IAMC (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per l’Ambiente Marino Costiero) del progetto di ricerca industriale TESSA (Sviluppo di TEcnologie per la Situational Sea Awareness), per utilizzare e validare i dati di previsione e i servizi sviluppati nell’ambito del progetto, come appunto il servizio di previsioni meteo-marine “Sea-Conditions” e il sistema di determinazione della rotta più sicura.

Guarda il video:

L’azione preventiva per proteggersi dal cattivo tempo: osservare, prevedere, prevenire
di Giuliana Rogano

Per proteggersi dal cattivo tempo c’è un’unica possibilità, l’azione preventiva. Impossibile un intervento diretto sui fenomeni atmosferici a meno che non ci si rivolga ai santi protettori, alle preghiere o a pratiche magico-religiose così come del resto in passato è stato fatto, ma che oggi sappiamo bene potrebbero anche non funzionare.

In mare, fino a pochi decenni fa, era solo l’osservazione diretta e attenta e l’individuazione dei segni del cambiamento del tempo che permettevano al navigante di agire in anticipo o di prepararsi al peggio, senza peraltro sfuggire totalmente al rischio di incappare in una tempesta. L’osservazione delle nuvole, del loro colore, del vento e della sua direzione, del cielo e dei suoi cambiamenti di aspetto, erano e sono dei segni che in uno spazio geografico ben determinato, permettono di prevedere il tempo a breve distanza.
È con lo sviluppo della scienza della meteorologia, e soprattutto con le immagini provenienti dai satelliti, che è diventato possibile dare all’empirismo meteorologico una base scientifica generale.
In meno di un secolo il sapere scientifico si è profondamente affinato, pur avendo conosciuto una vera e propria rivoluzione solo negli ultimi trent’anni con l’introduzione delle immagini da satellite e con la diffusione su larga scala di informazioni meteorologiche precise e accessibili a tutti.

Entrambi i metodi però, quello empirico e quello scientifico, hanno in comune la stessa metodologia – osservare, prevedere, prevenire – e rispondono allo stesso bisogno di ridurre le probabilità di essere travolti dall’imprevisto e dalla burrasca.

Quindi quello che ogni buon navigatore deve fare è prevenire.
E per prevenire deve verificare e controllare costantemente le previsioni meteo, rivolgersi alla scienze della meteorologia. La tecnologia ormai ci è di grande aiuto e difficilmente sbaglia. Se si hanno le capacità anche l’osservazione dei segni che la natura ci offre ci può dare un aiuto.

La navigazione a vela, subordinata alla volubilità dei venti, è stata a lungo caratterizzata da navigazioni lentissime e da prolungate soste in attesa del vento favorevole.
Per noi a bordo di Mediterranea è ancora così, attendiamo le condizioni favorevoli, quelle che ci consentono di navigare in sicurezza.

Dai comandanti a bordo di Mediterranea Simone Perotti e Giuliana Rogano:
E così è stato a novembre nell’Isola di Samotracia (Grecia). Fermi in porto, al riparo, in un posto tra l’altro anche bello. Eravamo lì da domenica 16 novembre 2014. Saremmo dovuti partire la mattina di martedì 18 novembre alle ore 6:00 e approfittare di una finestra di circa 12 ore. Così avevamo deciso lunedì mattina guardando le previsioni meteo di Sea-Conditions come sempre ormai nei nostri mesi di navigazione. Davanti a noi 10 ore circa di navigazione per arrivare a Canakkale nello stretto dei Dardanelli (Turchia). Dovevamo essere lì il venerdì successivo per il cambio equipaggio, per fare dogana e iniziare così il nostro itinerario in Turchia, nel mar di Marmara, fino a Istanbul. Ci saremmo anticipati.
Persa la finestra di martedì però, vento da sud/sud-est, 20-25 km di intensità, per tutta la giornata di mercoledì 19 novembre. Quindi dura navigare mercoledì per noi che dobbiamo andare proprio a sud-est.
Lunedì sera ricontrollando le previsioni, lo facciamo un paio di volte al giorno, ci siamo detti : “Perché? Perché stiamo decidendo di partire martedì mattina? E se il vento da sud previsto nella notte tra martedì e mercoledì anticipa? Ce lo ritroviamo dritto sulla prua, vento e onda per noi.”
Cosa molto probabile, succede. Non è che le previsioni sbaglino, l’anticipo o il ritardo nel passaggio di una perturbazione è cosa frequente, soprattutto in un periodo piuttosto movimentato e instabile come quello che stavamo attraversando noi in quei giorni.
“Se aspettiamo qui? Se restiamo qui a Samotracia, martedì e anche mercoledì? Se aspettiamo che la perturbazione prevista passi? Vediamo che succede. Poi da giovedì vento buono per noi da nord/nord-est e andiamo”.
Abbiamo deciso così e siamo andati a fare una bellissima passeggiata su in alto, a visitare la Chora dell’isola.
La finestra in effetti poi c’è stata martedì, come previsto da Sea-Conditions, giornata tranquilla; riguardando le previsioni il martedì stesso, abbiamo visto poi che il vento da sud di mercoledì sarebbe arrivato, ma meno intenso e con una durata minore. E noi abbiamo confermato la nostra decisione di partire giovedì a tutto l’equipaggio.
Osservare prevedere prevenire, questo abbiamo fatto.

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