Rischio alluvioni: i modelli del Cmcc

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Gli studi sui cambiamenti climatici prevedono che nei prossimi anni, nell’area mediterranea, diminuiranno le medie annuali di precipitazioni, ma aumenteranno gli eventi estremi e cioè: meno pioggia che cade sul territorio nel corso dell’intero anno, ma maggiori episodi di precipitazioni intense in brevi periodi.
“Questi tipi di eventi possono causare numerosi danni sul territorio”, spiega Pasquale Schiano, responsabile della divisione Impatti sul Suolo e sulle Coste del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC) ed esperto del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (CIRA).
“Il territorio che riceve grandi quantità di acqua  – continua il Prof. Schiano – non fa in tempo a drenarle e ad assorbirle e quindi si generano le cosiddette flash floods”. Ossia le inondazioni improvvise.

Sanno bene di che cosa si parla gli abitanti che hanno visto in questi giorni salire i livelli del fiume Tanaro, in Piemonte, e che sono stati costretti, per precauzione, ad abbandonare momentaneamente le loro case.
L’esposizione del territorio italiano a questo tipo di episodi è raccolta, ad esempio, in uno studio del Ministero dell’Ambiente e della Protezione civile, in cui si può leggere che il 36% dei comuni italiani ha aree esposte ad alluvioni e il 2,6% del totale del territorio nazionale è considerata area  alluvionabile.

Questi eventi possono avere costi drammatici, in termini di vite umane (dal 1905 al 2006 sono identificate in Italia 29 fenomeni catastrofi naturali imputabili ad alluvioni  che hanno provocato 694 morti) e in termini di impatti economici (le 29 alluvioni appena citate hanno causato danni per 23 miliardi di dollari).

Il CMCC, insieme al gruppo del Prof. Franco Macchione del LAMPIT- Dipartimento di Modellistica draulica dell’Università della Calabria, sta sviluppando strumenti di modellistica che consentiranno, spiega Schiano, “di fare una previsione dell’evento estremo di pioggia e vedere come questo si propagherà sul territorio a rischio. È quella che abbiamo definito una catena modellistica meteo-idro: il dato del modello meteorologico (la quantità di pioggia) è un input per il  modello idraulico che studia le inondazioni improvvise”. In altre parole i modelli del CMCC consentiranno di prevedere gli impatti delle alluvioni sul territorio, quindi  saranno utili ai decisori politici, conclude Schiano, in due direzioni: “Da una parte potranno essere utilizzati nella catena operativa dell’early warning, cioè saranno uno strumento utile per riconoscere un evento pericoloso e fare in modo di limitarne i danni; dall’altro potranno servire per la pianificazione territoriale: consentiranno di valutare meglio il rischio di flash floods a cui è esposto il territorio e sviluppare specifiche misure di adattamento”.

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