
Il progetto MedSea ha da poco chiuso il suo primo meeting annuale facendo il punto sull’evoluzione delle ricerche sugli effetti degli eccessi di CO2 prodotta dalle attività umane sull’acidificazione del Mar Mediterraneo. Patriza Ziveri (Istituto d Scienze e Tecnologie ambientali (ICTA) alla Università Autonoma di Barcellona) e Marcello Vichi (ricercatore del CMCC, divisione ANS) spiegano in un articolo scritto per il giornale online ilsussidiario.net che cosa sia l’acidificazione dei mari e in che modo questo fenomeno stia coinvolgendo il Mediterraneo.
Scrivono tra l’altro gli autori:
All’aumentare della pressione parziale della CO2 atmosferica aumenta lo scambio con l’oceano e molta più CO2 (circa 8 milioni di tonnellate di carbonio al giorno) si scioglie in acqua formando acido carbonico che si dissocia rapidamente nei principali ioni bicarbonato e carbonato liberando ioni H+. Questo processo porta a un calo del pH e quindi a un aumento dell’acidità degli oceani (“acidificazione dell’oceano”).
Gli studi a livello dell’oceano globale hanno rilevato una diminuzione di pH pari a circa il 30% dall’inizio dell’era industriale e le proiezioni basate su scenari futuri di emissione stimano un ulteriore aumento sino al 120% per la fine di questo secolo. L’aumento di acidità porta a una maggiore suscettibilità delle strutture carbonatiche di molti organismi marini, tra i quali gli scheletri dei coralli e i gusci di diversi organismi planctonici e di altri che vivono fissati al fondo marino, che sono fatti di carbonato in forma di calcite e di aragonite. Per questi organismi diventa più difficile costruire e mantenere le proprie strutture vitali, con conseguenze che si possono propagare anche sull’intero ecosistema e della catena trofica di cui sono parte.
L’oceano non è un ambiente acido e in particolare il Mediterraneo è uno degli ambienti marini con i valori di alcalinità maggiore. Eppure è importante considerare la variazione percentuale in atto e, nel caso del Mediterraneo, ciò sta avvenendo in un ecosistema per sua natura adattato a condizioni decisamente alcaline.
Leggi tutto l’articolo su ilsussidiario.net
Photo by Klearchos Kapoutsis at Flickr