Alpi: la fascia di coltivazione della vite sale di quota

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La produzione vinicola è fortemente legata alle caratteristiche ambientali (clima incluso) che caratterizzano l’area di origine e crescita dei diversi vitigni. I cambiamenti climatici pongono pertanto questioni pressanti sul futuro della produzione del vino di qualità in molte regioni tradizionalmente dedicate alla coltivazione della vite, e i lavoratori del settore sono interessati a conoscere le future condizioni climatiche con cui dovranno fare i conti in un clima che cambia.
Un clima più caldo, in particolare, può portare a nuove condizioni climatiche nelle aree vitivinicole, dove temperature più elevate portano a un aumento delle opportunità di coltivazione nelle aree con climi più freschi: è quello che si evince da uno studio pubblicato di recente sulla rivista Computers and Electronics in Agriculture (tra gli autori, anche i ricercatori della Fondazione CMCC A.L. Zollo e P.Mercogliano della Divisione REMHI).

La ricerca ha cercato di fornire un’analisi approfondita delle variazioni previste per alcuni indici bioclimatici, sviluppati per stabilire l’idoneità di un territorio alla coltivazione della vite. Tutti gli indici sono stati calcolati con la libreria R ClimClass, sviluppata in ambiente open source. Gli scenari climatici futuri sono stati ottenuti utilizzando il Modello Climatico Regionale (RCM – Regional Climate Model) COSMO-CLM e basandosi su due dei quattro scenari proposti nell’ultimo rapporto dell’IPCC (RCP 4.5 and RCP 8.5), riferiti a 39 stazioni meteorologiche localizzate nella Regione del Trentino Alto-Adige.
I risultati hanno messo in luce un nuovo profilo climatico per l’area, con una tendenza a condizioni di caldo e secco più intensi; mentre non si prevede nessuna limitazione alla crescita della vite a bassa quota, è prevista una nuova e maggiore idoneità alla coltivazione della vite nelle aree montane, tradizionalmente destinate ad altri tipi di uso dei suoli.
Scendendo nei dettagli, quello che si prevede sono stagioni sempre più calde (e in minor grado, più secche) per tutti i periodi temporali (2021-2050 e 2041-2070) e gli scenari di riferimento (RCP 4.5 and RCP 8.5) presi in esame; la tendenza è ovviamente più pronunciata per la finestra temporale più lontana e per lo scenario che prevede un continuo aumento delle emissioni di gas serra (RCP 8.5). Gli indici rispecchiano l’effetto di questo driver climatico: la viticoltura potrebbe trarre beneficio dagli effetti attesi dei cambiamenti climatici, che prevedono tra le altre cose temperature più alte e clima più secco, potendo usufruire di condizioni migliori per la maturazione e per il mantenimento di buone condizioni sanitarie nei vigneti; la viticoltura potrebbe diffondersi anche in nuove aree diventate idonee alla coltivazione, ma a discapito di altre attività, come altre colture annuali e perenni, terreni adibiti a pascolo o alla produzione del foraggio, parte integrante del paesaggio rurale montano. In futuro, il rischio di queste sovrapposizioni fra aree coltivabili e aree destinate tradizionalmente ad altri usi di suolo potrebbe essere la riduzione delle aree dedicate alla produzione di vini di alta qualità.

Read the integral version of the article:

Eccel E., Zollo A. L. , Mercogliano P., Zorer R.
Simulations of quantitative shift in bio-climatic indices in the viticultural areas of Trentino (Italian Alps) by an open source R package
2016, Computers and Electronics in Agriculture, Volume 127, Pages 92–100, DOI: 10.1016/j.compag.2016.05.019

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