Cosa accadrà in Italia se la temperatura continuerà a salire

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I cambiamenti climatici e i loro impatti variano di Paese in Paese, di città in città. E i dati diventano informazioni al servizio dei decisori per fare scelte di adattamento mirate. L’intervento della ricercatrice CMCC Paola Mercogliano su come i cambiamenti climatici influenzeranno la vita nello Stivale, al Green&Blue Open Summit del 16 novembre.

E’ ormai noto l’obiettivo condiviso a livello internazionale di contenere la crescita della temperatura media globale entro un grado e mezzo. Ma l’aumento della temperatura varierà in modo non omogeneo a seconda dell’area geografica considerata, così come varieranno gli impatti del riscaldamento, che saranno più gravi in zone particolarmente sensibili, come ad esempio l’area alpina.

Paola Mercogliano, direttrice della Divisione Modelli Regionali e Impatti Geo-Idrologici alla Fondazione CMCC, è intervenuta il 16 novembre all’evento “Cerchiamo sognatori” del Green&Blue Open Summit, che con ospiti d’eccezione tra cui Giorgio Parisi, Amitav Gosh, Enrico Giovannini e Steve McCurry ha fatto il punto su sostenibilità, cambiamenti climatici e i risultati raggiunti dalla Cop26.

“Non tutti subiremo gli stessi impatti e conseguenze dei cambiamenti climatici” ha affermato Mercogliano. “Un grado in media di aumento della temperatura ce lo siamo ormai giocati. Quel grado in più sta già distruggendo ecosistemi e biodiversità, e a questo cambiamento dobbiamo adattarci. Con la nostra ricerca, valutiamo gli effetti dei cambiamenti climatici su scala locale, consideriamo cosa succede alle città e come vengono influenzati le frane, gli allagamenti, la siccità, le ondate di calore”.

 

 

I dati prodotti dalla ricerca, ha spiegato Mercogliano, diventano informazioni utili e utilizzate dai decisori – come sindaci, industriali, agricoltori – per prendere decisioni strategiche in ogni settore della società. Dal 2014 si registrano in Italia continue anomalie positive di temperatura: ogni anno è più caldo dei precedenti nelle città. E già si misura, in certe zone della penisola, un aumento dei massimi di precipitazione: le piogge giornaliere massime stanno crescendo. Questo è il passato, e gli effetti li stiamo osservando, ma tramite gli scenari la ricerca è in grado di informare i decisori sul clima che ci aspetta, zona per zona.

“Le politiche di adattamento devono essere disegnate su scala locale” ha detto Mercogliano. “Chi si troverà a vivere in un territorio senz’acqua, dovrà prendere certe decisioni. Chi invece vivrà in un territorio dove d’inverno piove di più e d’estate piove di meno, dovrà prenderne altre. Il nostro compito è farci trovare pronti con le soluzioni. E’ dire come si fa l’adattamento, come si riducono i rischi. E l’adattamento, anche se può sembrare un costo, è un’opportunità: per ogni euro speso in adattamento, ne risparmiamo cinque che perderemmo non adattandoci. Non illudiamoci che siano scelte procrastinabili: sbagliare ora l’adattamento significa mettere ancora più a rischio un territorio fragile come quello italiano”.

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