Climathon 2017: ecco com’è andata a Lecce, Venezia, Sassari e Bologna

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Idee e soluzioni per contrastare l’erosione costiera e rilanciare lo sviluppo sostenibile delle coste leccesi, arte e scienza in dialogo per affrontare il problema dell’innalzamento del livello del mare a Venezia, infrastrutture verdi per aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici della città di Sassari, i dati Copernicus per lo sviluppo di reti verdi e blu nella città di Bologna: questi i temi al centro delle sfide delle Climathon di Lecce, Venezia, Sassari e Bologna, gli eventi che la Fondazione CMCC ha contribuito a organizzare (Lecce, Venezia) o a cui ha partecipato con i suoi ricercatori (Sassari e Bologna).
L’evento, una maratona globale per il clima che ha avuto luogo simultaneamente nelle principali città di tutto il mondo il 27-28 ottobre 2017, ha visto i partecipanti impegnati per ventiquattr’ore per proporre soluzioni di sviluppo sostenibile per la propria città e affrontare i principali rischi e impatti dei cambiamenti climatici nel proprio territorio.

Le Climathon di Lecce, Venezia, Sassari e Bologna hanno visto una grande partecipazione della società civile e dei media locali e nazionali; le idee e le soluzioni portate all’attenzione delle istituzioni e delle amministrazioni locali, frutto di un approccio innovativo e multidisciplinare in grado di far collaborare le menti e le professionalità più diverse, costituiscono adesso un prezioso patrimonio di cui le città potranno tener conto nell’implementazione dei propri piani strategici di sviluppo urbano e di adattamento ai cambiamenti climatici.
Ma vediamo nel dettaglio com’è andata, città per città.

Lecce: la città e la sua costa a rischio
Quali sono le soluzioni innovative, tecnologiche e sostenibili che si possono identificare per monitorare l’ambiente marino costiero leccese e pianificare correttamente il suo sviluppo? A questa domanda ha cercato di trovare risposte la città di Lecce con la sua Climathon, con l’obiettivo di individuare nuovi approcci interdisciplinari e nuovi metodi di gestione integrata del territorio, in grado di portare avanti uno sviluppo economico più sostenibile e duraturo. 
Nata su iniziativa della Fondazione CMCC in collaborazione con il Comune di Lecce, la Climathon di Lecce si è conclusa con la presentazione delle sei idee elaborate dai partecipanti e che saranno ora tutte all’attenzione dell’amministrazione comunale nell’ambito della rigenerazione urbana, con un focus particolare sulle marine leccesi e sullo sviluppo sostenibile del territorio.
La giuria ha premiato in particolare la proposta dal titolo “LinkShiftShare” realizzata da Chiara De Rinaldis, Giuseppe Scandone, Federico Paperi, Michele Perrotti, Nunzio Luciano Fazio. Collegamento delle marine leccesi e della costa con l’entroterra, spostamento della pressione dal litorale verso l’interno, condivisione della responsabilità della gestione integrata della costa, in particolare con la regolamentazione dei flussi veicolari, degli accessi al mare e all’ambiente naturale retrodunale, delle attività tipiche dei luoghi: questi i punti chiave al centro della proposta premiata, che mira a ridurre la pressione antropica sulla costa e, potenziando la rete ecologica delle aree naturali (in grado di immagazzinare il carbonio atmosferico), mette al centro della discussione sullo sviluppo delle marine leccesi il tema chiave della mitigazione dei cambiamenti climatici.

Venezia: Arts and Science for (Climate) Change
Arte e scienza in dialogo possono tradurre le evidenze scientifiche in emozioni, e allo stesso tempo promuovere la ricerca di soluzioni ad alcune delle sfide climatiche più urgenti della città di Venezia? A questo ha cercato di rispondere la città di Venezia con la sua Climathon, un evento organizzato dalla Fondazione CMCC nella persona di Silvia Santato, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Spazio Micro-Mega arte e cultura, Comune di Venezia e Venice Climate Lab.
Ai partecipanti è stato richiesto di proporre idee e soluzioni innovative per affrontare il problema dell’adattamento e/o della mitigazione dei cambiamenti climatici, focalizzandosi sia sull’ambiente urbano che sulla laguna di Venezia. 
La proposta vincente è risultata “Raise up before sea level rise”, un progetto che mira a cambiare i comportamenti delle persone, e in particolare ad aumentare la loro consapevolezza riguardo al problema dell’innalzamento del livello del mare, per portarle a preferire soluzioni in grado di rafforzare le capacità di mitigazione e adattamento dell’intera comunità. Una grande ciambella-zattera posizionata al centro di una delle piazze della città, allo stesso tempo installazione artistica e punto di ritrovo in caso di violente inondazioni future; una piattaforma con gli appartamenti dei piani superiori inutilizzati, in un’ottica di recupero e affitto a realtà cooperative locali; un gioco online per misurare il proprio “sea level rise footprint”: questi i pilastri in cui si articola e svilupperà il progetto.

Sassari: resilienza urbana e infrastrutture verdi
La sfida della rigenerazione urbana, applicando strategie per migliorare la sostenibilità e la qualità della vita: con Climathon, la città di Sassari voleva aumentare la propria resilienza ai cambiamenti climatici attraverso la progettazione e realizzazione di infrastrutture verdi, come tetti verdi, superfici permeabili, arboricoltura e selvicoltura urbana, giardini, parchi e aree verdi di quartiere.
E rispondere alla sfida dell’adattamento ai cambiamenti climatici, aumentare la coesione sociale, la consapevolezza e partecipazione attiva dei cittadini per la creazione di una rete di aree verdi nella città, sono stati i principali obiettivi del progetto premiato “The Green in Connection”, a cui hanno contribuito anche gli esperti CMCC Serena Marras, Valentina Bacciu, Valentina Mereu e Simone Mereu.
La ricercatrice Valentina Mereu ha inoltre partecipato all’evento come Invited Speaker, in qualità di esperta selezionata dal Comune di Sassari, con un intervento dal titolo “Percorsi, strumenti e applicazioni per costruire l’adattamento ai cambiamenti climatici”.

The Green in Connection vuole creare un modello di gestione condivisa per lo sviluppo di aree verdi nel centro storico della città di Sassari. In particolare, il progetto mira a valorizzare i giardini interni delle dimore storiche dei privati cittadini per metterli in connessione fra loro e con aree pubbliche, per creare dei percorsi verdi di alta valenza ambientale all’interno del centro storico della città. La proposta, di facile realizzazione, a basso costo e sopratutto facilmente replicabile ed esportabile in diverse realtà, in concreto si realizza attraverso una APP: i cittadini sono invitati a registrarsi e guidati nel creare un progetto per il proprio giardino, ricevendo consigli su come gestire il proprio verde per ridurre le emissioni di CO2, contribuire al comfort termico o aumentare la biodiversità, per esempio preferendo varietà della flora mediterranea tipiche dell’area. L’app valuta quindi la performance ambientale dei giardini, e i cittadini virtuosi ricevono dei crediti spendibili in un circuito chiuso di baratto amministrativo. Anche i privati cittadini che non hanno un giardino possono registrarsi e  contribuire con consigli e suggerimenti, o votando le proposte migliori.
I giardini messi in rete potranno dar vita a percorsi verdi con un’importante valenza turistica e sociale, o essere utilizzati e messi a disposizione della comunità per organizzare eventi.

Bologna: Copernicus per lo sviluppo di reti verdi e blu in città
Lo sviluppo di reti verdi e blu nell’area urbana di Bologna per ridurre la vulnerabilità agli impatti del cambiamento climatico migliorando il microclima, aumentando la risposta idrologica della città, mitigando l’inquinamento atmosferico e, in generale, incentivando la resilienza urbana, è stato al centro dell’evento di Bologna, una Climathon Copernicus. In questo caso si chiedeva di individuare strategie e strumenti per la rinaturalizzazione e la ricucitura ecologica tenendo conto e utilizzando anche i dati diffusi dal Programma Copernicus, il Programma Europeo di osservazione della terra. Il ricercatore della Fondazione CMCC Stefano Materia ha fornito il suo supporto nella definizione della challenge e come tutor tecnico per i partecipanti nel corso dell’evento.

Il premio è andato ex aequo a due gruppi, per le proposte “Stay cool” e “Zefiro”.
“Stay cool” ha come obiettivo la creazione di luoghi “rifugio” durante eventi estremi, come le ondate di calore, rivolti in special modo a fasce particolarmente vulnerabili della popolazione (anziani, persone socialmente disagiate ed emarginate).
“Zefiro” è invece una app pensata per le aziende, che utilizzando varie tipologie di dati (dati Copernicus, statistiche comunali, review degli utenti etc), è in grado di individuare il percorso migliore per far arrivare i dipendenti sui luoghi di lavoro o fare sport in città, evitando, per esempio, le zone più trafficate e cementificate, o quelle poco illuminate o dai marciapiedi sconnessi. I due progetti potranno facilmente integrarsi e contribuire al piano di adattamento ai cambiamenti climatici della città di Bologna.

Per maggiori informazioni su tutti gli eventi Climathon, leggi anche:

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