A Lecce per diminuire i gas serra

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Imprese, scienza e istituzioni in dialogo su tecnologie per sottrarre gas serra dall’atmosfera e porre le basi per lo sviluppo di un meccanismo di cooperazione pubblico-privata nella sponda meridionale dell’Adriatico.

Da poche settimane si è conclusa la COP26, la conferenza mondiale sul clima, dove i paesi del mondo si sono impegnati a mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia di 1.5°C e a ridurre progressivamente le emissioni di anidride carbonica per raggiungere la neutralità carbonica (emissioni zero) entro la metà del secolo, impegno ribadito anche dalla legge europea sul clima approvata a luglio di quest’anno.

In linea con tali impegni internazionali, il progetto LONETA “Local opportunities for negative emission technologies and their applications”, finanziato dal Programma INTERREG IPA CBC Italia-Albania-Montenegro, e coordinato dalla Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), mira a rafforzare la collaborazione tra Albania, Italia e Montenegro sulle possibili opportunità di sviluppo ed implementazione delle tecnologie per le emissioni negative (le NETs, nel loro acronimo in inglese) attraverso la firma di un Memorandum of Understanding.

Tali tecnologie consentono di sottrarre gas serra dall’atmosfera (soprattutto CO2), andando così a compensare il superamento del “carbon budget” (il bilancio di CO2 che l’umanità può ancora immettere in atmosfera prima di superare il limite di +1.5°C) e quindi a contrastare il riscaldamento globale.

Nell’ambito di tale iniziativa, lo scorso 21 ottobre vari rappresentanti di autorità pubbliche, imprese e mondo della ricerca hanno partecipato all’evento B2B “NETs and NBS in the marine sector” a Lecce per porre le basi per lo sviluppo di un meccanismo di cooperazione pubblico-privata su tali NETs nella sponda meridionale dell’Adriatico. In quest’occasione, sono stati presentati numerosi progetti realizzati finora soprattutto nel settore marino, in particolare i modelli numerici oceanografici del CMCC per lo sviluppo di varie tecnologie (tra cui anche le NETs) e l’implementazione delle soluzioni basate sulla natura (NBS, nel loro acronimo in inglese) in aree costiere, come ad esempio la fascia costiera dell’Emilia-Romagna.

Altri interessanti sviluppi al riguardo sono legati agli studi e all’implementazione delle azioni di riduzione del degrado e protezione delle foreste marine (ad esempio, le barriere di Poseidonia oceanica) per aumentare la loro capacità di assorbimento del cosiddetto “carbonio blu” e promuovere il contrasto all’acidificazione degli oceani.

Inoltre sono stati presentati anche i risultati del progetto di ricerca Desarc-Maresanus (coordinato dal prof. Stefano Caserini, docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano), nato dalla collaborazione fra Politecnico di Milano, Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti climatici e la startup CO2APPS, volto a studiare un processo  di alcalinizzazione degli oceani, al fine di rimuovere CO2 atmosferica e allo stesso tempo contrastare l’acidificazione del mare. I risultati hanno mostrato l’applicazione al caso del Mar Mediterraneo, valutando sia gli aspetti ambientali che tecnologici, ad esempio relativi allo sviluppo di una tecnica di stoccaggio di CO2 in forma di bicarbonati basata sull’accelerazione del processo naturale di “dilavamento delle rocce”, ossia la reazione fra le rocce carbonatiche (es. il calcare), la CO2 e l’acqua marina).

Infine il dott. Paolo Proli, Responsabile commerciale e marketing di Amundi SGR, ha evidenziato il ruolo cruciale della finanza pubblica e privata nella sfida della decarbonizzazione e ha presentato alcuni esempi virtuosi di investimenti sostenibili, come l’emissione di obbligazioni verdi (green bonds) nei mercati emergenti, promosse da Amundi in collaborazione con la Banca Mondiale.

Secondo Stefano Caserini “è ormai chiaro che sono indispensabili riduzioni drastiche e rapide delle emissioni di gas serra; con i progetti Loneta e Desarc-Maresanus abbiamo iniziato ad occuparci anche della seconda parte del lavoro necessario per raggiungere obiettivi ambiziosi di contenimento del riscaldamento globale, ossia la rimozione di CO2 dell’atmosfera”.

Questo evento B2B ha rappresentato un interessante viaggio alla scoperta di soluzioni innovative per lo sviluppo di queste tecnologie per le emissioni negative. Il prossimo passo è analizzare i costi e benefici di tali iniziative e sviluppare il loro potenziale in termini di mercato. Come per la decarbonizzazione, anche questa è una grande sfida sociale e tecnologica ma può essere altresì un’occasione per creare posti di lavoro e benessere”, queste le parole a chiusura dell’evento della dott.ssa Giulia Galluccio, Direttrice della Divisione di Ricerca sui sistemi informativi per le scienze del clima e i processi decisionali presso la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e coordinatrice del progetto LONETA.

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