I rischi climatici vanno al di là delle possibilità di adattamento?

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In tutto il mondo, il 2018 è stato caratterizzato da una serie di eventi climatici estremi particolarmente severi, in accordo con i risultati IPCC che mostrano come la frequenza, l’intensità e la gravità dei pericoli legati al clima siano negativamente influenzati dai cambiamenti climatici dovuti alle attività umane. È sempre più evidente come i rischi legati a questi fenomeni possano influenzare pesantemente le vite delle persone e andare a erodere risorse e mezzi di sopravvivenza in tutto il mondo, nonché spingere i singoli, le comunità e i Paesi vulnerabili verso i propri limiti di adattamento.
I cambiamenti climatici stanno quindi portando a casi e situazioni “al di là dell’adattamento”? Il dibattito politico sul Loss and Damage (L&D), portato avanti dalla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), ha dato voce a queste preoccupazioni nel corso degli ultimi trent’anni, anche se ancora oggi concetti, metodi e strumenti, così come le indicazioni per la politica e le azioni per l’implementazione, rimangono controversi e spesso confusi.

La dimensione politica, legislativa, economica, etica del discorso sul L&D, i nodi politici ancora da sciogliere, i rischi climatici e come imparare a gestirli, metodi innovativi ed esempi pratici sono al centro del nuovo libro Loss and Damage from Climate Change – Concepts, Methods and Policy Options. Il libro sarà presentato ufficialmente venerdì 28 settembre 2018, nel corso di un evento alla London School of Economics (h. 9:30 – 11:00, Tower 2, 9° piano) organizzato da LSE Grantham Research Institute e IIASA – International Institute for Applied Systems Analysis, in collaborazione con il Loss and Damage Network. La ricercatrice CMCC Elisa Calliari (RAAS – Risk Assessment and Adaptation Strategies Division), parteciperà all’evento fornendo approfondimenti e spunti sul proprio lavoro.

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Tra i tanti autori che hanno contribuito allo studio, oltre 300 pagine frutto di quasi due anni di lavoro, figurano infatti due ricercatori CMCC: Jaroslav Mysiak, Direttore della Divisione scientifica RAAS, e la ricercatrice Elisa Calliari, in forze nella stessa divisione, responsabili della stesura del capitolo “The politics of (and behind) the UNFCCC’s Loss and Damage Mechanism”.
“Il tema del L&D”, spiega la ricercatrice Elisa Calliari, “è stato introdotto nei negoziati sui cambiamenti climatici dall’Alleanza dei piccoli Stati insulari  all’inizio degli anni ’90, chiedendo l’istituzione di una sorta di meccanismo compensativo – assicurativo per gli impatti irreversibili dei cambiamenti climatici, dovuti in particolare all’innalzamento del livello del mare. Come un fiume carsico, il tema del L&D è rimasto all’interno del dibattito internazionale per anni, frenato dalle richieste di compensazione e di assunzione di responsabilità che da sempre sono associate al tema del L&D, un vero e proprio tabù per i Paesi sviluppati: questi ultimi, infatti, sono restii ad aprire quello che potrebbe rivelarsi un vaso di Pandora d’infinite richieste di risarcimenti economici per i sempre più numerosi effetti negativi legati al clima che si vanno materializzando in giro per il mondo. Questo ha reso molto tesi e difficili i negoziati, ed è forse il motivo per cui ci sono voluti vent’anni affinché il dibattito sul L&D fosse finalmente inserito all’interno della Convenzione Quadro”.

Adottando la prospettiva del diritto internazionale e delle scienze politiche, solitamente assenti nel dibattito sul L&D, ma centrali all’interno dei negoziati sul clima, i ricercatori CMCC hanno cercato di aumentare la comprensione del processo negoziale e dei suoi risultati, provando a suggerire come il dibattito sul L&D potrebbe essere portato avanti con successo. “Siamo partiti da un paradosso”, racconta Elisa Calliari, “ovvero il fatto in qualche modo sorprendente per cui gli stati più deboli erano riusciti a ottenere importanti risultati nel negoziare con gli stati tradizionalmente considerati più preparati e più forti. Abbiamo cioè cercato di rispondere a questa domanda: come hanno fatto gli Stati delle piccole isole ad assumere un ruolo di primo piano all’interno dei negoziati internazionali, raggiungendo importanti traguardi come il meccanismo di Varsavia nel 2013 o, solo qualche anno più tardi, lo specifico articolo dedicato al L&D all’interno dell’Accordo di Parigi?”

L’analisi mette in luce il ruolo decisivo per il successo negoziale di quello che gli autori hanno soprannominato il “potere discorsivo” messo in atto da questi Paesi. Inquadrando il discorso sul L&D sia da un punto di vista legale che etico e morale, includendo narrative sul diritto alla sopravvivenza degli Stati delle piccole isole, sulla responsabilità degli Stati sviluppati riguardo ai danni irreversibili e inevitabili dei cambiamenti climatici, ecc., questi Paesi hanno ottenuto una sorta di leadership morale all’interno dei negoziati sul clima, raggiungendo traguardi importanti.
“Tuttavia”, spiega Elisa Calliari, “lo studio evidenzia come sia necessaria una nuova narrativa per superare il nuovo impasse che si è creato nei negoziati: dobbiamo trasformare la narrativa dominante (di opposizione e conflitto fra Paesi sviluppati e in via di sviluppo) in una narrativa di cooperazione, in cui siano messi in luce i mutui benefici derivanti dal meccanismo di L&D, toccando temi cruciali come il rafforzamento della resilienza dei Paesi più vulnerabili, o la riduzione del numero di rifugiati climatici. In questo modo, le azioni non saranno più viste come concessioni unilaterali dei Paesi sviluppati ai Paesi più vulnerabili, ma come azioni collettive per intervenire su questioni di interesse globale.

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Per maggiori informazioni sull’agenda, visita la pagina ufficiale dell’evento.

Il libro: R. Mechler, L. Bouwer, T. Schinko, S. Surminski, J. Linnerooth-Bayer (Eds.) Loss and Damage from Climate Change – Concepts, Methods and Policy Options, Series: Climate Risk Management, Policy and Governance, Springer, 2019.

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